Un interessante articolo su La Repubblica del 2003 sfatava un mito, la ‘bontà’ del latte per l’osteoporosi, che ancora tiene banco. Allora è bene ricordarne le controindicazioni.
Ma è proprio vero che latte e derivati rinforzano le ossa e rendono più robusto lo scheletro? Se questo è certo nella fase della crescita e dell’adolescenza, non è altrettanto dimostrato per quanto riguarda l’età adulta e, soprattutto, il periodo post-menopausa. Gli studi più recenti dimostrano infatti che le fratture dovute all’osteoporosi sono più frequenti in chi consuma grandi quantità di proteine animali, quindi carne e latticini. «Occorre sfatare il mito, piuttosto comune, secondo cui, per prevenire l’osteoporosi. le donne in menopausa devono bere molto latte o mangiare parmigiano», spiega Franco Benino, responsabile del dipartimento dì Epidemiologia presso l’Istituto nazionale dei tumori dì Milano. «Questi prodotti sono ricchi di calcio, ma altrettanto di proteine animali, che acidificano il sangue. Il nostro organismo è motto attente a mantenere il giusto livello di acidità, perché ogni squilibrio potrebbe provocare gravi conseguenze, tra cui la tetania (una forma di contrazione muscolare involontaria). E proprio i salì basici di calcio contenuti nelle ossa servono a tamponare l’eccessiva acidità del sangue. Ecco perché, se consumiamo formaggi o carne che contengono proteine più acide rispetto ai cibi di origine vegetale, le ossa sono costrette a cedere calcio per riportare iI sangue al normale Ph. Perciò, la sostanza assunta da una parte se ne va dall’altra». È più consigliabile, alle cinquantenni, ingerire il calcio attraverso alimenti di origine vegetale, come i semi di sesamo, i cavoli, i broccoli, i legumi, le alghe. E proprio per favorire una nuova cultura alimentare, più sana e molto più attenta alla prevenzione, l’Istituto dei tumori di Milano organizza corsi di cucina in quattro lezioni il giovedì pomeriggio (riprenderanno a settembre; per info. tel. 02.239.028.68). Oltre a curare l’alimentazione, chi vuole prevenire l’osteoporosi deve fare attività fisica (che irrobustisce non solo i muscoli, ma anche lo scheletro) ed esporsi alla luce solate (che favorisce la produzione di vitamina D).
Anche la terapia ormonale sostitutiva, spesso prescritta alle donne in menopausa, è un efficace metodo per contrastare la malattia, dovuta a un calo di estrogeni. Ma le ricerche più recenti sottolineano i rischi degli ormoni su altri versanti. Sono appena stati pubblicati sulla rivista Jama i risulati di una importante ricerca sulla terapia sostitutiva, effettuata dal Women’s Health Initiative in 40 centri clinici americani su 32 mila donne tra 50 e 79 anni», spiega Francesco Raspagliesi, direttore del reparto di Ginecologia oncologica all’Istituto dei tumori. -Emerge chiaramente che la cura a base di estrogeni aiuta sì a prevenire l’osteoporosi, ma fa aumentare il rischio dì carcinoma alla mammella di circa il 20%. E non sembra avere grossi vantaggi contro le patologie cardiovascolari». Patrizia Tamarozzi
Come si fa a scrivere “… fa aumentare il rfischio di carcinoma alla mammella …” se non si sà perchè arriva il tumore al seno ? Forse sarebbe meglio leggersi il libro “grazie dr. Hammer”
Tutte le opinioni sono ben accette ma i dati statistici rilevano chiaramente quanto indicato dall’articolo. Le cause d’origine del tumore sono diverse e le opinioni in proposito sono varie e contrastanti. Arrogarsi il diritto di essere l’unica verità non fa parte della filosofia del dott. Hammer. Piuttosto egli indica come i farmaci intossichino l’organismo e perciò implicitamente convalida il contenuto dell’articolo.